La Palude del Capitano

La Palude del Capitano

Domenica 12 ottobre 2014

 

Tutto il Salento è una vasta pista ciclabile. Basta imboccare una strada denominata “Vecchia” per giungere in ogni dove con tranquillità: “Via Vecchia Frigole”, “Via Vecchia Copertino”, “Via Vecchia San Donato” e molte altre di queste antiche vie formano una preziosa maglia di collegamenti ciclabili tra la miriade di centri urbani, borghi e marine che costellano la penisola salentina. Se un tempo erano sfruttate intensamente da carri e viandanti, oggi lo sono un po’ meno per la gioia dei ciclisti e podisti che si muovono in tutta  sicurezza lontano dal traffico, godendosi il paesaggio tra uliveti, vigneti e greggi.

Da Lecce, è proprio infilandosi in una di queste “vecchie”, e precisamente in Via Vecchia Carmiano, che si giunge sullo Jonio, rasentando Copertino fino alla Palude del Capitano, un’area umida di straordinaria bellezza e ricchezza naturalistica che si estende lungo una breve fascia costiera a sud di Sant’Isidoro, affollatissima marina di Nardò fortemente antropizzata nel corso di mezzo secolo, ad eccezione di quest’oasi che è sopravvissuta all’insediamento umano perché zona malarica e geologicamente instabile.

Questo specchio d’acqua, oggi inserito nel Parco Regionale di Porto Selvaggio, è Impropriamente chiamato palude; in realtà è una laguna creatasi in una dolina, ossia una voragine originata dal crollo di una caverna carsica, in dialetto salentino denominate ”spunnulate”, letteralmente “sprofondate”. Numerose sorgenti di acqua dolce e una fitta rete di canali sotterranei comunicanti col mare hanno riempito le cavità, creando così un piccolo laghetto incredibilmente trasparente in cui vegeta la filiforme Ruppia (Ruppia maritima), e nelle cui acque salmastre proliferano cefali e anguille.

Il suo nome deriva da una leggenda popolare che narra di un capitano di mare, che, stanco di navigare per il mondo, decise di fermarsi in questa zona di quiete e tranquillità costruendosi una casa in prossimità della laguna.

In tutta l’area protetta crescono specie endemiche proprie della macchia mediterranea, che si presenta bassa e rada a causa del substrato povero tipico della gariga costiera. Molto diffusa è la Salicornia (Arthrocnemum glaucum), ma rilevante è la presenza dello Spinaporci (Sarcopoterium spinosum), un arbusto basso e spinoso considerato una delle specie più rare della flora italiana.

Il programma prevede inoltre, per chi vorrà, una degustazione di prodotti tipici caseari presso l’accogliente Masseria Bellimento (€ “fai da te”).

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le foto dell’escursione

Ritrovo: domenica 12 ottobre 2014 ore 9:00 a Porta Rudiae;

Partenza: ore 9:15;
Rientro a Lecce: ore 18:00 ca.;
Percorso A/R: km 80 ca.;
Difficoltà: media. L’itinerario si svolge prevalentemente su strade asfaltate con scarso traffico automobilistico. Brevi tratti di sterrato anche impegnativo;

Consigli:  bici di qualsiasi tipo la cui efficienza e affidabilità deve essere controllata preventivamente. Preferibilmente bici con copertoni dal profilo largo e dotata di cambio (meglio bici da trekking o mountain bike). Bagagli e pesi ridotti al minimo. E’ consigliato l’uso del casco;

Quota di iscrizione: € 2 a fini assicurativi (per i non soci);

Dotazioni obbligatorie: accessori antiforatura, camere d’aria di ricambio, pompa ed eventuale chiave di smontaggio dell’asse ruota,. Gilet ad alta visibilità e luci avanti e dietro.

Pranzo: al sacco o con acquisti presso la Masseria Bellimento;

Info & Capigita:  Pierluigi Santo (pierluigi.santo@gmail.com  – 334 3293621)

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