Lecce e il lavoro

Si parte dal centro di Lecce per questa escursione cittadina che vuole rimarcare – in ossequio alla Costituzione Italiana e al suo primo articolo – la centralità del lavoro, quel lavoro su cui è fondata la nostra Repubblica, nata dalla Resistenza e dalla lotta all’oppressione nazifascista.
Toccheremo alcuni luoghi-simbolo del lavoro a Lecce: subito dopo la partenza, lasciandoci alle spalle la tradizionale sede della Banca Nazionale del Lavoro, vedremo lo storico palazzo dell’Inps in via XXV luglio, per riflettere sull’avvio della tutela del lavoratore durante il ventennio del regime fascista.
Il fantasma della Tettoia Liberty, un tempo copertura del mercato cittadino, luogo di scambio di beni alimentari e primari, ci rammenterà una Lecce agricola, austera, essenziale, legata ad un’economia di piccoli scambi.
Ci avvieremo quindi verso la parte nuova della città per toccare la sede della Direzione territoriale del Lavoro in via Ludovico Ariosto, il “Centro per l’Impiego” del Centrum e quindi il vecchio “Ispettorato del Lavoro” di via Lupiae.
Ritorneremo quindi verso il centro per avviarci verso le sedi di Inps (viale Marche) e Inail (viale Oronzo Quarta), dove ci fermeremo a riflettere brevemente sulle “morti bianche”, con un momento di raccoglimento in memoria dei tanti “Caduti del lavoro”.

La presenza, lì di fronte, dell’Ufficio Immigrazione della Questura, ci impedirà di dimenticare i temi dell’immigrazione alla ricerca di un lavoro, ma anche i tanti che non sono mai giunti alla meta, magari annegati nel Canale d’Otranto. Sarà anche l’occasione per ricordare i nostri nonni e bisnonni emigranti alla ricerca di un tozzo di pane, spesso assai amaro, come sanno ad esempio tutti i parenti dei minatori periti nel disastro di Marcinelle, l’8 agosto 1956 in Belgio.
Da qui toccheremo via vecchia Manifattura Tabacchi, per rammentare uno dei principali prodotti – insieme all’olio “lampante” e al vino “da taglio” – di una stagione del Salento in cui il lavoro era eminentemente quello agricolo e della lavorazione dei prodotti agricoli.

Costeggeremo la Villa Reale (o Villa Carelli), appunto dimora di una grande famiglia agraria meridionale un tempo presente massicciamente nella produzione e nel commercio del tabacco, che negli anni Trenta, volendo abbellire la villa circondata da pineta, oliveti e vigneti, aggiunse un giardino non banale. A disegnarlo e realizzarlo chiamò Pietro Porcinai (1910-1986), gloria fiorentina del giardino italiano del Novecento.
L’edificio abbandonato e cadente dello “Sperimentale Tabacchi” ci rammenterà che quell’epoca è ormai definitivamente conclusa.
Subito appresso vedremo una vecchia ciminiera, ormai fagocitata in un Hotel, che ci dimostrerà visivamente il passaggio da un’economia – e da un lavoro – di produzione, verso il turismo e il terziario.
Tenteremo comunque di toccare anche – se ve ne sarà il tempo – una cattedrale. Ma non un edificio religioso, bensì una di quelle che furono definite “cattedrali nel deserto”, l’insediamento “industriale” per antonomasia della provincia di Lecce. Il mitico stabilimento FIAT, agognato punto di svolta per un lavoro più “nobile”, per tutta una generazione di (ex) contadini.
Ritornando in città, faremo una sosta in via Brenta (Santa Rosa), dove sono allocate – nei due edifici che si fronteggiano – la Sezione Lavoro del Tribunale di Lecce e quella della Corte d’Appello distrettuale di Brindisi, Lecce e Taranto. Più avanti potremo gettare uno sguardo all’ex “recupero militare”: oggi, ormai inesistente il vecchio opificio dove le nostre nonne, mancate “tabacchine”, aspiravano a diventare abili “sartine” per la confezione di abbigliamento e accessori per i loro uomini in divisa.
Quasi giunti nuovamente al punto di partenza, faremo un’ultima tappa davanti l’ingresso principale di Palazzo dei Celestini, a fianco della Basilica di Santa Croce. Lì, a pochi passi dall’epigrafe commemorativa apposta nel 2006 per rammentare una pagina luttuosa e tragica per la città di Lecce e l’intero Salento, ricorderemo tutti i caduti per “pane e lavoro”.
Infatti, il 25 settembre 1945 Nicola FATANO, Francesco SCHIFA e Oronzo ZINGARELLI furono uccisi a Lecce durante uno sciopero generale per il lavoro e i diritti, mentre chiedevano soltanto “pane e lavoro”.
Prima di ritornare al punto di partenza, Piazza Sant’Oronzo, riserveremo lo sguardo finale alla redazione di TuttoMercato, il foglio (supplemento di “Nuovo Quotidiano di Puglia”) dove ogni domenica sono appuntate le attenzioni dei tanti leccesi – sempre più, purtroppo – che in questo periodo, di profonda crisi economica, cercano un lavoro. Purchessia.

Raduno: venerdì 1° Maggio 2015 – ore 9.45 Piazza Sant’Oronzo
Partenza: ore 10.00 (massima puntualità)
Rientro: ore 13.00 circa
Bici consigliate: qualsiasi;
Info e Capogita: Antonio Silvestri – asilvestri@libero.it – tel: 347.3306494

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