Escursione – Alla Palude del Capitano

Alla Palude del Capitano

Sabato 9 Aprile  2011

 

Tutto il Salento è una vasta pista ciclabile. Basta imboccare una strada denominata “Vecchia” per giungere in ogni dove con tranquillità; “Via Vecchia Carmiano”, “Via Vecchia Frigole”, “Via Vecchia San Donato” e molte altre di queste antiche vie formano una preziosa maglia di collegamenti ciclabili tra la miriade di centri urbani, borghi e marine che costellano la penisola. Se un tempo erano sfruttate intensamente da carri e viandanti, oggi lo sono un po’ meno per la gioia dei ciclisti e podisti che sollazzano in tutta sicurezza lontano dal caos, godendo del paesaggio tra uliveti, vigneti e greggi.

 

Da Lecce è proprio infilandosi in una di queste “vecchie”, e precisamente in “Via Vecchia Copertino”, che si giunge sullo Jonio, rasentando Rudiae e Copertino fino alla Palude del Capitano, un’area umida di straordinaria bellezza e ricchezza naturalistica che si estende lungo una breve fascia costiera a sud di Sant’Isidoro, affollatissima marina di Nardò fortemente antropizzata nel corso di mezzo secolo, ad eccezione di quest’oasi che è sopravvissuta all’aggressione umana perché zona malsana e geologicamente instabile.

 

Questo specchio d’acqua, oggi inserito nel Parco Regionale di Porto Selvaggio, è Impropriamente chiamato palude; in realtà è una laguna creatasi in una dolina, ossia una voragine originata dal crollo di una caverna carsica, in dialetto salentino denominate le ”spunnulate”, letteralmente le “sprofondate”. Numerose sorgenti di acqua dolce e una fitta rete di canali sotterranei comunicanti col mare hanno riempito le cavità, creando così un piccolo laghetto incredibilmente trasparente in cui vegeta la filiforme ruppia (Ruppia maritima), e nelle cui acque salmastre proliferano cefali e anguille.

 

Il suo nome deriva da una leggenda popolare che narra di un capitano di mare, che, stanco di navigare per il mondo, decise di fermarsi in questa zona di quiete e tranquillità costruendosi una casa in prossimità della laguna. Quest’edificio, denominato “Casa del Capitano”, è rimasto diroccato per lungo tempo fino ad un recente restaurato che lo ha valorizzato come osservatorio naturalistico.

 

In tutta l’area protetta crescono specie endemiche proprie della macchia mediterranea, che si presenta bassa e rada a causa del substrato povero tipico della gariga costiera. Molto diffusa è la Salicornia (Arthrocnemum glaucum), ma rilevante è la presenza dello Spinaporci (Sarcopoterium spinosum), un arbusto basso e spinoso considerato una delle specie più rare della flora italiana. In passato veniva utilizzato come decotto per curare le malattie nervose; per tale motivo veniva chiamato dai Greci “Neuras”.

 

All’estremità nord della “palude” vi è il sito archeologico di Frascone, dall’omonima insenatura sabbiosa caratterizzata dalle acque particolarmente “fresche” provenienti dal sottosuolo. Nel corso del 2008 una campagna di scavo ha rilevato presenze di età romana risalenti fino al 500 a.C. scoprendo oggetti legati alla pesca come pesi da rete e chiodi da carpenteria navale.

 

 

Ritrovo: sabato 9 aprile, ore 8:45 c/o caserma Vigili del Fuoco di Lecce;

Partenza: ore 9:00 in punto;
Rientro a Lecce: ore 16:30 ca.;
Percorso A/R: km 80 ca.;
Difficoltà: media – quasi tutte strade asfaltate a scarso traffico automobilistico;
Bici consigliata: qualsiasi tipo, purché efficiente;
Assicurazione per escursioni extraurbane (per i non soci): €5;
Dotazioni standard: acqua, accessori antiforatura, luci efficienti e gilet ad alta visibilità;

Pranzo: al sacco;

Informazioni sull’escursione: cell. ufficiale del capogita;
Capigita Pierluigi Santo (pierluigi.santo@gmail.com)

 

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